giovedì 25 settembre 2008

Ali al decollo! Notizie

20'anni e non li dimostra.

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Associazione Sportiva Paracadutismo Belluno
AMBIENTE
27/1/2009
Prende il volo "SkySpark" l'aereo ecologico al 100%
Motore elettrico a idrogeno. La presentazione a Torino


ROMA Un aereo ecologico al 100%, dotato di un propulsore con celle a combustibile alimentate ad idrogeno. Si chiamerà “SkySpark” il nuovo velivolo della DigiSky, realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Aeronautica e Spaziale del Politecnico di Torino (DIASP), che domani all’Environment Park del capoluogo piemontese sarà presentato al pubblico e alla stampa. Il progetto totalmente ecosostenibile è unico nel suo genere grazie a tecnologie innovative legate ad un motore elettrico a idrogeno, utilizzato per l’alimentazione delle celle a combustibile, che garantisce un impatto ambientale vicino allo zero.Compatto e ultra leggero, SkySpark, avrà un peso massimo di 600 chili con un’autonomia di due ore senza rifornimento. Ciò permetterà al velivolo di percorrere 500 chilometri ad una velocità vicina ai 300 km/h.La sfida che la DigiSky intende vincere con lo SkySpark è battere il record mondiale di velocità e durata per un aereo elettrico destinato al trasporto di persone, impiegando esclusivamente idrogeno come combustibile.
Da http://www.paracadutismo.it/ un articolo che mi ricorda il Film "I Temerari"
Volo con la tuta alare e principi aerodinamici

redatto da Bruno Madama
Articolo di Robert Pecnik
Una wingsuit vola o semplicemente genera una resistenza che riduce la velocità verticale? Bene, una wingsuit vola realmente, visto che non c'è una superficie resistente grande abbastanza per poter ottenere velocità verticali così basse ed una traiettoria di volo così orizzontale. La unica forza disponibile per spingere la wingsuit è la gravità. Quel che la wingsuit cerca di fare è usare la velocità di caduta generata dalla gravità e convertirla il più possibile in volo orizzontale.Lo stesso principio si applica agli alianti, deltaplani ed anche alle vele dei paracadutisti che tutti conoscono. La wingsuit vola perché é un profilo alare, proprio come l'ala di un aereo, una vela da lancio o lo Shuttle ( al momento dalla forma e caratteristica di volo la tuta è più paragonabile allo Shuttle che a qualsiasi altro oggetto volante).
La tuta, come qualsiasi profilo alare genera PORTANZA e RESISTENZA. Migliore è il rapporto tra portanza e resistenza, migliore è il volo. Data una particolare forma aerodinamica, questo rapporto tra portanza e resistenza varia con la velocità. C'è una velocità per cui questo rapporto è il migliore, e questa velocità è tipicamente 30 – 40% più alta della velocità di stallo (chiedete ad qualsiasi pilota di aliante quale è la velocità minima e quale è la migliore velocità di planata, il 90% delle volte la risposta sarà 55-65 Km/h di velocità minima e 80-90 Km/h la migliore planata). Volando alla migliore velocità di planata si percorre la distanza maggiore per la quota disponibile.
Volando ad una velocità superiore od inferiore si percorre una distanza inferiore. Ogni oggetto volante ha la sua velocità minima alla quale potrà generare una portanza sufficiente per volare. Al di sotto di questa velocità si perde la portanza e si stalla. (pensate alle vele da lancio, anche loro stallano e perdono portanza.. In questo caso la velocità orizzontale è zero o quasi, mentre la velocità verticale all'incirca raddoppia). Lo stesso succede per una tuta alare, c'è bisogno di velocità per volare. Domanda; quale è la migliore velocità per la migliore planata in una tuta? E' una questione molto complessa dato che la tuta non è un profilo rigido. Ogni pilota di tuta vola in modo diverso, usando in modo diverso braccia e gambe ed ognuno ha una diversa posizione del corpo. Ciò significa che ogni pilota ha un diverso profilo alare. Aggiungete le diversità di peso e di taglia e differenti lunghezze di braccia e gambe e l'intera questione diventa ancora più complessa.
Questo è il perché è così difficile misurare la velocità minima per una tuta alare. Ma c'è una regola generale per ogni oggetto che vola. Il rapporto tra superficie alare ed il peso è conosciuto come carico alare. La maggior parte dei paracadutisti hanno familiarità con questo termine, in riferimento alle loro vele. Maggiore è il carico alare, maggiore sarà la velocità della vela, ma avrà anche una maggiore velocità di stallo. Al giorno d'oggi le vele vengono usate con carichi alari compresi tra 0,5 e 1,3 libre per piede quadrato. Deltaplani hanno un carico alare di circa 1,2/1,5 e la loro velocità minima e intorno ai 35 Km/h. Un aereo cessna ha generalmente un carico alare di 20 e la sua velocità minima è circa 80-90 Km/h. Lo shuttle, con la sua ridotta apertura alare, ed il carico alare estremamente alto, atterra a più di 350 Km/h.
Per una persona di taglia media, la tuta ha una superficie di circa 15-16 piedi quadrati, ed un peso di circa 170-190 libre. Questo comporta un carico alare di 10,5-12,5. Dieci volte superiore a quello di una vela da lancio. Dei calcoli matematici ci dicono che per un carico alare 10 volte superiore, la velocità minima dovrà essere grossomodo 3 volte superiore. Ciò è coerente con le misure fatte su voli con tute alari, dove la migliore planata è stata raggiunta ad una velocità di 130 Km/h. A tale velocità il rateo verticale era di 40-50 Km/h, risultando un'efficienza tra 2 e 2,5. Si può volare a velocità verticale più bassa, ma ciò comporta anche ina minore velocità orizzontale e quindi una planata peggiore.
Per quanto riguarda tentativi di atterraggio con la tuta, ci sarebbe bisogno di una superficie alare superiore, per generare una maggiore portanza e quindi ridurre la velocità minima. Ma il corpo umano ha la sua forma, che non è concepita per il volo, ed avremmo bisogno di alcuni milioni di anni di evoluzione per cambiarlo in una forma più appropriata. Ciò significa che il potenziale di poter generare maggiore portanza delle tute è limitata dalla inadeguata forma e forza del corpo umano. L'unica opzione per una maggiore portanza è un qualche tipo di ala rigida, ma questo esiste già, sono chiamati aeroplani.
Quindi, se state ancora pensando di far atterrare una tuta alare, fate un normale salto, ma dopo l'apertura cercate di mettervi in posizione orizzontale (si può fare agganciando i piedi alle bretelle posteriori) e cercate di atterrare con una piccola vela ellittica in quella posizione. Dopo questa dolorosa esperienza, moltiplicate il dolore per 9 (3 volte la velocità=9 volte la forza d'impatto=9 volte le conseguenze), e decidete se volete ancora provare.
Articolo originario di Robert Pecnik - http://www.phoenix-fly.com/
Traduzione italiana a cura di Bruno Madama


CONCORSO 'VOLA CON LE FRECCE TRICOLORI.

LA VINCITRICE VISITA LA BASE DI RIVOLTO
Lisa Blandino ha passato 3 giorni conoscendo da vicino la Pattuglia Acrobatica Cap. SAIA Andrea - RIVOLTO - 313° Gruppo A.A. del 07/10/2008
http://lacianciadellargonauta.blogspot.com/
Dedalonews 25 Settembre 2008 - 9:30 am di: M. LandiNews


Domani gli studenti vincitori del concorso "un volo di classe", promosso dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" di Milano saranno ospiti delle Frecce Tricolori. Si tratta di giovani di diversi Istituti superiori della provincia di Milano che visiteranno la base aerea di Rivolto. I ragazzi con i propri docenti ed il direttore del museo, Fiorenzo Galli, saranno accolti dal comandante del Secondo Stormo di Rivolto, colonnello Alfonso Delle Nogare. Nel corso della giornata gli studenti assisteranno anche ad un volo addestrativo delle Frecce Tricolori, coordinati da terra dal comandante della PAN, il maggiore Massimo Tammaro.

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