giovedì 5 febbraio 2009

Cortina. Aeroporto di Fiames, ecco com'era in un filmato del '62

Cortina. Aeroporto di Fiames, eccocom'era in un filmato del '62/ Video
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L'aeroporto di Cortina d'Ampezzo nel 1962
BELLUNO (4 febbraio) - La battaglia lanciata dall'onorevole Daniela Santanché per dotare Cortina di un aeroporto ha innescato un vivace dibattito tra favorevoli e contrari. Tra i tanti commenti c'è stata anche la segnalazione di un raro documento video dell'aeroporto realizzato dalla società Aeralpi e inaugurato nel 1962, attivo con alterne fortune fino al 1976. Il video è stato ricavato da un filmino super 8.
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IL VALORE DI OGNI AEROPORTO
PER LA COLLETTIVITA'
Nelle immagini di Bepi Zanfron

In

BELLUNO

Scrive il cronista: "Gli alpini della Brigata Cadore, impegnati ininterrottamente sono oltre millecinquecento, i vigili del fuoco trecento (sessanta effettivi, gli altri volontari). Tutto il distaccamento della polstrada è continuamente all'opera e così pure i carabinieri, gli agenti di polizia, i volontari del soccorso alpino si stanno prodigando oltre ogni dire. Purtroppo mancano i mezzi dì trasporto".

`Anche i boy scout ‑prosegue la cronacasi stanno prodigando per i lavori meno pericolosi. Abbiamo visto nel primo pomeriggio numerosi studenti delle scuole superiori cittadine chiedere spontaneamente di partire; sono stati utilizzati per i servizi sussidiari".

Continui arrivi, anche dall'estero, di volontari animati da buona volontà: scout, studenti, tecnici.

In prima linea, instancabile, il vescovo Muccin continua a percorrere giorno dopo giorno, con ogni mezzo, le strade e i cieli delle diocesi di Belluno e Feltre, a visitare gli sfollati. a portare aiuto e conforto. Presente concretamente fin dal giorno successivo al nubifragio, l'Opera diocesana di assistenza arriva a distribuire centinaia di quintali di viveri.

Dopo qualche giorno sono numerosi i bambini evaquati dalle zone sinistrate: 53 dai cinque anni in su sono accuditi dall'Onmi in colonia a Sedico, 20 dai quattro mesi ai quattro anni nell'istituto provinciale per l'infanzia di Mussoi.

L'aeroporto di Belluno è campo base degli elicotteri che si confermano l'unico mezzo di collegamento adeguato in una situazione di questo genere.

Il 7 novembre ne arrivano cinque, dell'esercito e della Setaf. Vengono immediatamente utilizzati per il trasporto dì medicinali, urgentemente richiesti ovunque, di cloro per disinfettare, sale, zucchero, latte in polvere, cberosene, candele, pile, lanciafiamme. Anche tre aerei biposto sorvolano le zone maggiormente colpite. La presenza degli elicotteri oltretutto, consente a Zanfron ‑porte aperte quando esibisce il tesserino dellAssociated Press ‑ di riferire con le immagini la situazione drammatica dei paesi che ancora non si possono raggiungere via terra.

All'aeroporto viene allestito un magazzino al quale affluiscono tutti i 'generi' di cui si ha urgente necessità.
Il materiale raccolto è catalogato e suddiviso. In base ai piani dal magazzino si prelevano i materiali e si caricano sugli elicotteri i quali raggiungono le località indicate.

12 novembre, in cronaca: "Continua incessante l'arrivo di materiale donato da numerose ditte private, da enti pubblici, da enti stranieri. Alla stazione di Belluno sono arrivati 150 sacchi di farina, 4 fusti di olio, venti colli di vestiario. Le associazioni cattoliche francesi hanno inviato 500 coperte. Soltanto un collegamento stradale potrà però risolvere in pieno le penose e spesso drammatiche situazioni dello località isolate. Gli elicotteri hanno finora compiuto 185 ore di volo e 193 missioni, hanno fatto miracoli, ma la loro limitata possibilità di carico può servire soltanto a superare i momenti della prima emergenza".

Si aggiungono lutti a lutti. Desta impressione lo schianto a Pomezia di un elicottero dell'aeronautica militare diretto verso le zone alluvionate del Bellunese. Muoiono pilota e motorista. Altro sommario resoconto delle attività di soccorso:
"Finora gli elicotteri hanno effettuato oltre trecento voli trasportando merce (viveri e materiali per i sinistrati) per un totale di 104 tonnellate e 885 persone. l trasporti con automezzi hanno permesso d'inviare nelle zone colpite altre 85 tonnellate di viveri e di vestiario".

Mobilitazione generale dei big della politica e del governo in visita alle località disastrate. Il primo è Mariano Rumor, segretario della Dc. Poi si vedranno passare i ministri Restivo, Taviani, Spagnolli. il sottosegretario Ceccherini, il premier Moro, il presidente della Repubblica Saragat. A Taviani, in volo sulle valli della provincia, è parso di vedere "tanti piccoli Vajont". Saragat, che arriva a Belluno dopo aver visitato Valsugana e Primiero, garantisce: "non c'è sforzo che non si affronterà, per gente tanto degna dì rispetto".

Proprio a Belluno il 18 novembre il Presidente della Repubblica firma il decreto legge contenente "ulteriori interventi e provvidenze per la ricostruzione e per la ripresa economica dei territori colpiti dalle alluvioni e mareggiate dell'autunno 1966", pubblicato il 19/11 in un'edizione straordinaria della Gazzetta Ufficiale. 89 articoli, efficacia immediata. Si fa vivo anche l'ex re Umberto che, attraverso il ministro della real casa Falcone Lucifero dona denaro e lenzuola alle famiglie maggiormente danneggiate in Alpago, Cencenigbe, Allegbe, Gosaldo e Forno dì Zoldo.

II 13 novembre in seduta straordinaria il Consiglio provinciale approva all'unanimità un ordine del giorno in cui si chiede che il Parlamento estenda alla provincia di Belluno le provvidenze disposte nel 1952 per il Polesine e "auspica che all'amministrazione provinciale sia attribuito il compito di coordinare, in accordo con gli altri enti locali, tutti gli interventi di qualsiasi natura ritenuti necessari nell'ambito del territorio provinciale".

ORDINE DEL GIORNO DELL'ASSOCIAZIONE STAMPA BELLUNESE

Il 20 novembre 1976, in vista del convegno‑dibattito `Alluvione, 10 anni dopo: problemi e prospettive" in pro­gramma il giorno 27 successivo nella sala contrattazioni della Camera di commercio di Belluno, i giornalisti dell'Associazione stampa Bellunese ‑ organizzatrice dell'incontro ‑ approvarono in assemblea un ordine del giorno nel quale preso atto che al gonfalone della Regione Toscana nel decennale della catastrofe è stato attribuito il riconoscimento della medaglia d'oro al valor civile per "la prova collettiva di civismo e difesa mo­rale" dimostrata da quella "intera popolazione, in unità di intenti e nobile gara riscuotendo l'incondizionata ammirazione e la gratitudine del Paese"; considerato che immersa nella stessa tragica situazione la popolazione della provincia di Belluno testimo­niò, dieci anni or sono, non comuni doti di coraggio, di abnegazione, di sacrificio nonché di grande partecipazione civile; ritenuto che le gravi ferite umane e materiali allora provocate (24 morti e danni per 50 miliardi) non ebbero ripercussioni maggiori e peggiori solo per l'immediato e corale impegno di ricostruzio­ne intrapreso da tutta la comunità locale, prima e al di là degli aiuti ufficiali (basti pensare agli emigranti generosamente tornati a ripristinare i loro paesi, le loro case, le loro strade); pur consapevoli dell'immenso valore storico, artistico e internazionale del tessuto urbano di Firenze; manifestano rammarico e stupore perché meriti identici non sono riconosciuti anche a Belluno ‑ terra già provata dalla catastrofe del Vajont ‑ che tanto ha dato alla rinascita del Paese e alla forma­zione delle sue istituzioni democratiche; esprimono delusione e amarezza perché, d'altro canto, i programmi a sostegno e difesa della montagna e dei suoi precari equilibri idrogeologici non si sono ancora tradotti in interventi organici e coordinati, relegando quest'area in un quadro di sviluppo complessivamente marginale e su­balterno".

Trasmesso al Presidente della Repubblica, al Presidente del consiglio dei ministri, al Prefetto di Belluno, ai parla­mentari locali, ai Presidenti delle Regioni Veneto e Toscana, ai consiglieri regionali bellunesi, al Presidente dell'Am­ministrazione provinciale di Belluno, il documento contribuì a promuovere quel consenso che qualche anno dopo si tradusse nel conferimento della medaglia d'argento al merito civile al gonfalone della Provincia di Belluno.
(Clicca sulle immagini per ingrandirle)

Grazie Bepi!

"le tue immagini sono uniche e rare per come nella cornice di ogni fotogramma sai illuminare una scena che ha nel movimento la stessa essenza di un filmato".

Tino Gianbattisa Colombo